Addio ai Bonus edilizi: cosa succederà adesso al mercato immobiliare

La disinformazione regna tra i media italiani e anche il superbonus e il recente decreto legge del 16 febbraio che ne determinerebbe la fine non sono stati risparmiati.

Secondo Reporter Senza Frontiere l’Italia è al 58esimo posto per libertà di stampa, e se credete che dovremmo migliorare, pensate che nel 2021 eravamo al 41esimo posto. La notte del 16 febbraio, è successo qualcosa che nessuno si aspettava, perlomeno non così presto: La fine del superbonus e degli sconti in fattura (o almeno così sembra).

Quindi adesso dimenticate tutto quello che avete visto o letto su sperbonus e decreti, vediamo insieme in questo articolo cosa è veramente scritto nel decreto e quali saranno le conseguenze, in fondo vi dirò anche la mia opinione.

Cosa dice il decreto legge 16 febbraio 2022

Anche se tutti i giornali e televisioni si sono concentrati sulla prima parte del decreto, il testo introduce 4 provvedimenti fondamentali:

Abolizione cessione del credito per lavori iniziati successivamente all’entrata in vigore
Divieto per le pubbliche amministrazioni di acquistare questi crediti
Responsabilità del cessionario (non è responsabile se viene prodotta la documentazione indicata)
Onere della prova sull’ente impositore (agenzia delle entrate)
In questo momento potranno non dirvi niente, ma gli effetti possono essere molto importanti, come vedremo più avanti nell’articolo.

Cos’è e come funziona un decreto legge

Il decreto legge viene emesso autonomamente dal governo e ha efficacia immediata (dal giorno successivo alla pubblicazione sulla gazzetta ufficiale.

Il parlamento, composto da Camera dei Deputati e Senato della Repubblica deve però approvare il testo entro 60 giorni, altrimenti questo perderà ogni efficacia.

Se il parlamento dovesse rifiutare il decreto legge del 16 febbraio, il superbonus e la cessione dei crediti sopravviverebbero.

Cosa succederà?

Conseguenze (Potenziali)

Quali sarebbero le conseguenze se il decreto venisse confermato?

Meno persone potranno ristrutturare. I meno abbienti non avrebbero la disponibilità economica per ristrutturare e tantomeno la capienza reddituale per detrarre i bonus. Infatti i bonus continuerebbero ad esistere, ma sarebbe impossibile applicare lo sconto in fattura. Anche le famiglie con la disponibilità economica necessaria per affrontare i lavori edili e di efficientamento energetico, potrebbero rimandare il progetto data la minore convenienza.
Meno ditte avranno lavoro e molte chiuderanno. Se meno persone ristrutturano, ci sarà meno lavoro per le ditte edili e tante potrebbero trovarsi in difficoltà